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      ...
      Quale?
      Convertito in Frate, vi giaceva moribondo il vostro uomo d'arme Roberto.
      Ah! e gli narrava....
      Per quello che mi disse un Frate cercatore, tutta la storia dei vostri tradimenti.
      Tradimenti! – hai tu detto tradimenti?
      Non l'ho detto già io, ma vi ho riferito quello che disse il Frate cercatore.
      Noi siamo perduti!
      avvilito mormorava il Conte Anselmo "e sì che lo aveva avvertito a cotesto imbecille: – vogliono i delitti, e non sanno soffocare i rimorsi; – un giorno innanzi ch'io lo avessi ucciso, ogni cosa era salva." E qui mise senza pensare la mano sotto il farsetto, e ne trasse un pugnale: Gisfredo, sorgendo, si allontanava. Stettero muti alcuni istanti: finalmente il Conte discorreva, volgendo la testa: "Gisfredo, dove sei ito? ritornami allato; perchè ti stai discosto?" – Poi vedendosi il pugnale nella destra, lo riponeva continuando:– "Vivi sicuro, non sai che nessuno uomo adesso mi è più necessario di te?" e tra i denti aggiungeva: "La tua ora non venne."
      Dice bene il Messere, – v'intendo anche ritto.
      Fa come vuoi: dunque non v'è scampo?
      E non sapete trovarlo? Diamine! una testa come la vostra, Messere, annega entro una coppa?
      Dillo, se ci credi; in nome di Dio.
      Ve lo direi molto volentieri, ma davvero che me ne prende vergogna; egli parmi così agevole, che non può essere che non vi venga in capo: e poi non si conviene a me che ho imparato tanto di Gramatica, quanto fa di mestieri per avere gli ordini minori, insegnare ad un Barone qual siete voi, che sa per fino dei misteri dell'Astrologia.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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