Forse conosce la creaturadiscorreva la mesta "l'arte di mentire l'affetto? forse le ha rivelato il Demonio come si finga una passione che m'inaridisce il cuore, mi sconvolge l'intelletto e mi consuma la vita? Finti gli atti cortesi, finto il lungo ossequiare, il guardo, la voce, l'amplesso, il bacio, finti? Non suonavano le sue parole ebbre di amore, non gli tremavano le membra, non sospirava profondo? Pure mi ha lasciata sola su la via dello spasimo; nè il pensiero dei parenti e del cielo può consolarmi; – la mia passione dura più forte di loro. Rispondimi almeno se sei morto, ch'io sappia dove indirizzare il mio gemito: – tenga la fossa il suo corpo, lasci libera l'anima, o tenga anche l'anima, pur che la lasci un momento per dirmi che non fingeva, – che mi amava; – questa apparizione è un baleno di tempo, – poi l'abbia per tutta la eternità. L'anima! – l'anima era nel sangue, e il sangue è stato diffuso; – avessi il cadavere! lo veglierei come se dormisse, ingannerei me stessa, dicendo: or ora si sveglia; e a canto al suo letto, da che egli non potrebbe essermi unito in vita, aspetterei rassegnata di unirmi a lui nella morte; – scalderei di baci le fredde labbra, infonderei balsamo nella sua piaga.... Dio eterno! qual piaga! scavernata, penetrante in mezzo del petto.... ella è insanabile.... dite il vero, è insanabile, Maestro86? – Non mi risponde, – piange, – e tu pure piangi, Gismonda. O Rogiero! chi ti ha trafitto? Rogiero!"
Sorgeva impetuosa, incamminandosi con passi veloci alla volta di Gisfredo, il quale, dando indietro meno cautamente, inciampava dentro uno sgabello con molto fracasso: l'evento lo turbava, perdeva la direzione della porta; tentando il muro, quanto più ne andava in traccia, tanto più se ne allontanava.
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Demonio Maestro Gismonda Rogiero Gisfredo
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