Sorgeva con impeto; – mutati due passi, sta; – punta la mano destra su la tavola, – la persona abbandona sopra la gamba sinistra, che attraversa con la destra, premendo il pavimento con la estremità del piede, – gli occhi immobili, fitti per terra, – la bocca tremante; – il sangue gli trascorreva su la faccia, come fa l'onda marina, però che adesso comparisce infiammato, adesso pallido: – si volta atterrito, – intende lo sguardo in quelle parti della sala che la lampada di argento posta su la tavola illuminava scarsamente, e si atteggia alla fuga; – concitandosi all'audacia si avanza, – rimane, – indietreggia, – come disperato si precipita, e tocca trepidante con ambe le mani la cagione dello spavento: – pare che la poca luce tramutasse all'accesa fantasia gli oggetti in immagini che non poteva sopportare. Alfine disegna spengere la lampada, la prende in mano, se l'appressa alla bocca, compone le labbra in atto di spingere l'aria; – in questo punto la pupilla trascorrendo discerne tal cosa per la quale Manfredi abbrividisce; stende la mano che stringeva la lampada, l'accosta alla parete, – era una spada che vi stava attaccata; – sospira, avvicina di nuovo il lume alla bocca; percorre, girando il capo, e più volte, la stanza; quindi con estremo sforzo lascia scorrere il fiato compresso, – e fu buio: – s'intendeva per la tenebra un passo frequente, concitato, irregolare.
Noi ignoriamo se altrove, ma certo avviene ih Italia, che il mal tempo spesso rimetta di giorno in giorno ad ore determinate, finchè, consumato lo spazio che deve percorrere, cessa del tutto; però adesso cominciava, come nella sera scorsa, a sentirsi il tuono lontano, e a vedersi lo sfolgorío sempre crescente.
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Manfredi Italia
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