Arriverà.
E allora vedremo la fede, ora vediamo il tradimento. Cavaliere, avete nulla altro a riferire?
Sì, veramente.
Parlate.
Nel vostro Regno, in questa stessa città, in questo stesso punto, dalla più parte dei Baroni napolitani si macchina contro la vostra vita.
Che dite? Badate....
Si congiura contro la vostra vita.
Questo non è possibile.
Si parla la menzogna al cospetto dei Re?
Come proverete l'accusa?
La Dio mercè, agevolmente.
Pur, come?
Conducendo su l'istante la Serenità Vostra al luogo del convegno.
Vero?
Venite.
Codardi! stolti!
gridò Manfredi, forte percuotendo sopra una tavola; "credono fuggire la fama di vili coll'opera di traditori: essi ad ogni modo vogliono rovinarci, rovineranno anche sè stessi; poi in fondo alla miseria, ci desidereranno quando non saremo più; – solita vicenda dei buoni, essere odiati in vita, e pianti in morte! davvero che ce ne duole per essi. O miei vasti disegni! o speranze! o veglie di meditazione indarno! Ben era morto l'aspetto d'Italia, nondimeno ebbi fede che un atomo di vita le si conservasse nel cuore; osai stendere la mano alla prova, ne ho ricavato la certezza dolorosa che da gran tempo la stringe ghiaccio di morte. Italia è spenta tutta per sempre. Maestro! Maestro! fate che quanto prima i miei scudieri, armati, in sella, si trovino giù nel cortile apparecchiati a scortarmi, – andate, affrettatevi, usate discrezione."
Mentre che questi casi accadevano nel palazzo reale di Manfredi, il Conte Rinaldo di Caserta, raccolti a notturna congrega tutti i Baroni congiurati, esponeva loro con ammirabile chiarezza le cose fino a quel punto a buon termine condotte, e le altre che disegnava imprendere, affinchè potessero pervenire allo scopo desiderato.
| |
Regno Baroni Dio Serenità Vostra Manfredi Italia Manfredi Conte Rinaldo Caserta Baroni
|