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      Nello interno dell'animo però disegnava, passata quella tempesta, di farli colpevoli per punirli con la giustizia, e i pochi che suo malgrado si fossero rimasti incontaminati spegnere col veleno. Quello poi che faceva non era scelta; e da che operava costretto, la sua memoria poteva consolarsi nel felice esito dell'avventura, presso a poco uguale, eseguita da Filippo Augusto innanzi la battaglia di Bouvines per confermare la fede vacillante dei Baroni francesi. In tempi a noi più recenti, Maria Teresa, l'animosa Imperatrice, disperate le cose del Regno, suscitò il valore degli Ungari con simile accorgimento, e prevalse al nemico; molti altri Re e capitani usarono di queste arti con lieto fine, molti anche le usarono con tristo, e Manfredi fu degli ultimi; colpa meno del consiglio, che è cosa stolta biasimare dal fatto, che della umana natura, la quale composta di contraddizioni non concede sistema certo, nè regola per condurci con passi infallibili nei casi dubbii della vita: onde s'egli è pur vero che quel Divino lo dicesse, disse poco savia sentenza Galileo quando sostenne, potersi ridurre a dimostrazioni geometriche le operazioni morali dell'uomo. Tanto e tanto c'inabbisseremmo dentro queste sottigliezze, allorchè ci capita il destro di fantasticare a modo nostro, che se altri non ci riscuotesse, immemori della storia che raccontiamo, immemori del principio dei ragionamenti stessi, e di noi, chi sa dove mai andremmo a riuscire: – e' vogliono essere storielle, non raziocinii; e la più parte di coloro che ci leggono, andiamo convinti, che, quando s'imbatte in un discorso come il passato, quasi dovesse affaticarsi su l'erta di qualche gran monte, apparecchia lo affanno, o da bestia leggiera lo scavalca a piè pari.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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