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      Male accorto! e non sapevi che il mio alito consuma, il guardo abbrucia, il tatto disperde? perchè mi ti sei cacciato tra i piedi? Io ti ho morto... uno di noi doveva morire; tu hai perduto la prova, – colpa tua; se l'avessi perduta io, – colpa mia:" (e qui guardava la lama s'era divenuta netta; comparendovi pur sempre qualche striscia di sangue, continuò a fregarla sul ventre del trafitto;) "tanto hai detto, che le tue dottrine mi sono scese nel cuore; secondo quello che tu sentenziavi, io doveva abbandonarti avanti, chè corre assai tempo che non mi porti utile al mondo; pure ho aspettato che tu mi diventassi pericoloso, allora... non puoi dolerti... ell'è cosa tua... forse ho imparato più di quello che volevi; ma ti consoli la gloria di aver fatto un ottimo discepolo: io per me vado convinto che quando la tua anima sarà assicurata dal sofferto terrore, non potrà condannarmi, – forse sarà la prima a lodarmi: ora tu hai cessato di travagliarti, tu mi devi la quiete e il riposo; tu sei andato dove il prigione non ode la voce del carceriere, dove il servo non obbedisce al signore; quivi abita il grande e il piccolo91 – nella comunione della polvere, chi condanna, e chi è condannato...."
      Allo improvviso con fracasso spaventoso parte della invetriata di quella camera violentemente percossa cadde giù sul pavimento; un corpo trasvolando velocissimo sollevò, col vento che suscitava, i capelli del Caserta, e andò a quietarsi dentro il soffitto.
      Vendetta di Dio!
      – proruppe in un urlo salvatico il Conte Rinaldo, e incrociate le mani sul petto, agitato da tremore convulso, abbassò il capo al solaio: così stette assai tempo; poi, diminuita la paura, aprì gli occhi e gli sollevò peritosi: un grosso verrettone compariva conficcato al soffitto; guardò meglio, e vide una carta pendente dalla sua penna; ascese sopra uno sgabello, stese la mano e la tolse; lo scritto diceva così: – "Conte di Caserta, pensa come l'eterna provvidenza punisca; tu hai l'esempio sotto occhio; muta consiglio, e ti sia pena avere fino ad ora male operato; altramente un mio detto può farti morire della morte dei traditori.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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