– Or bene, caro Giordano mio, soggiunse Rinaldo, voi sapete che non solo qui può guadarsi ii Garigliano, e quanto più si rimonta alla sorgente, tanto meglio si passa, specialmente a Castelluccio; noi, secondo le regole dell'arte, e i comandi del Re, abbiamo sprolungato le nostre forze su la destra sponda dei fiume per contrastare i nemici dovunque accennassero di fare un motivo; ma credete voi che quando si possa far meglio, sia questo buono consiglio? Certo voi nol credete: il Provenzale non ha mica convenuto di ordinare i suoi soldati, come noi abbiamo; anzi ho fede che gli riunirà in un punto, e quivi sforzando i nostri, insufficienti a resistergli, guaderà il Garigliano, e ci assalterà alle spalle e di fianco con nostro manifesto svantaggio: vorrei dunque per ovviare al danno che noi ci ritraessimo un po' addietro.... – Come? interruppe il Conte Giordano, trasgredire affatto i comandi di Manfredi! – Il Re, soggiunse il Caserta, ha comandato così perchè gli pareva il meglio; e noi siamo per la fedeltà nostra tenuti ad imprendere non quello che pare, ma quello che è veramente meglio: se poi ce ne volesse dar carico, noi risponderemo, Conte, ai suoi rimproveri: – abbiamo vinto; – non dubitate, ella è questa una buona ragione, che non ammette replica in contrario: io diceva pertanto di ritirarci indietro e spartirci nelle boscaglie lungo la via; io sopra del ponte, voi sotto, io co' miei Pugliesi, voi co' Tedeschi: Carlo, domani vedendo il ponte senza difensori, non manderà altrove la sua gente, nè allargherà senza bisogno la sua fronte; si spingerà innanzi per questo passo, riputando, orgoglioso come lo sappiamo, che non ci sia bastato il cuore di sostenerne la vista: facciam
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