Yole corre frettolosa al balcone, e: "I nemici!" urla "i nemici! madre...."
I nemici!
– ripete Elena balzando a sedere sul letto.
Saranno quaranta.... tre paiono i principali: uno ha lo scudo nero con le goccie d'argento, l'altro ha l'impresa di un cuore passato dalle freccie, il terzo porta una bandiera.... bianca.... con aquila rossa.... e la insegna dei fuorusciti fiorentini... Che colpi! misericordia! che colpi! si fanno fuggire dinanzi mille soldati.... quanto sangue bagna la terra!
Vieni.... sostiemmi.... tanto che possa vederli.
Ecco Manfredi! qual rabbuffo di cavalli, e di cavalieri!... la polvere gli avviluppa tutti.... io non vedo più nulla.
Ch'io veda il braccio del Re!
– dice Elena, e si apparecchia a scendere dal letto.
La polvere si fende... il padre ha vinto... Oh! come fuggono... oh! come ei gl'insegue a briglia sciolta!... già sono lontani... scomparvero.
Affinchè sia il benigno lettore instruito del come avvenisse questo caso, gli facciamo sapere che fuori delle mura di San Germano, uscendo dalla Porta Romana, e piegando a mancina, si trovavano tra la città e il campo di Carlo, ma più presso alla città che al campo, alcuni pozzi, dove giornalmente scudieri napolitani e francesi andavano ad attingere acqua pe' cavalli, e spesso anche gli stessi cavalli vi conducevano: Carlo avrebbe potuto agevolmente turbare quell'acque; considerando però che le toglieva al suo esercito e non al nemico, il quale d'altronde n'era abbastanza provveduto, si rimase; molto più poi, che da quel mescolarsi di gente sperava, sebbene non ne concepisse il modo, dovesse derivarne qualche buona occasione per assaltare la terra: – uscivano gli scudieri napolitani non già dalla porta grande, sì bene da un usciolo che l'era da lato, il quale oggi non si usa, e gli antichi con proprio vocabolo solevano chiamare postierla, e di subito usciti si richiudeva con saldissime imposte.
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