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      Sarebbe stata temerità, più tosto che valentia, suscitare una scaramuccia tra gli scudieri, e mentre i Napolitani fuggivano verso la terra mescolarsi con essi loro, tentando di entrare alla rinfusa; nè Carlo osava ordinarla, temendo che, come di manifesta morte, ogni uomo la ricusasse, e anche tentata non riuscisse. Due cavalieri francesi, Boccardo e Giovanni fratelli Vandamme, e un cavaliere fiorentino, Stoldo Giacoppi de' Rossi, insegna dei Guelfi italiani, insieme con altri cinquanta soldati avvezzi alle più risichevoli imprese, convennero di mettersi all'avventura, e il giorno dieci di febbraio essendosi di buon mattino segretamente posti in agguato dentro una fossa, che la notte trascorsa avevano ingombra al di sopra di siepi, che li riparavano a modo di tettoia, stettero ad aspettare che gli scudieri venissero ad attingere acqua. Riuscì il caso come si erano avvisati; perchè i Pugliesi verso il tramontare del sole usciti dalle mura s'incamminarono spensieratamente ai pozzi, dove incontrati i Francesi, cominciarono a insultarli di percosse e di parole, gridando in ischerno del Conte: – "Dov'è il nostro Carlotto? DovCarlotto?" – Gli scudieri di Francia non tennero le mani alla cintola, e cominciarono la più gagliarda scaramuccia che mai fosse stata, la quale, o per essere combattuta senza armi, o per altra cagione che noi non conosciamo, va nelle Cronache del vecchio tempo distinta col nome di badalucco. Adesso gl'insidiatori, côlto il destro, dettero dentro alla zuffa, ed ebbero ben tosto vôlto in fuga i Pugliesi: quei della città vedendoli apparire, aprirono tosto la postierla, perchè trovassero pronto ricovero nelle mura, e quando accortisi degl'inseguenti nemici, vollero chiuderla, non furono a tempo, chè vi si gittarono, perseguiti e perseguitatori, con la foga di un fiume, e con maravigliosa celerità la trapassarono: bene poterono gettare giù la saracinesca, che, piombando con enorme gravezza, circa sei cavalieri francesi separò dai compagni, e forse altrettanti con miserabile strage schiacciò sotto le sue punte di ferro.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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