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      .. Schiatta stolida e feroce, che calunnii la belva della foresta, entra nel bosco, e apprendi dal serpente Carità; – tu sei degna della vita di supplizio che hai, della morte di dolore che avrai.
      Adesso, provato con esperimento di sangue che in quella maniera non potevano salire, stavano per ritirarsi i Francesi, quando si alzò una voce a confortarli che gridava: – "La porta è scassinata!" E di vero Carlo insistendo con la mazza d'arme aveva tanto fatto che la postierla era caduta dagli arpioni, e, seguitandolo i suoi, aveva varcato il limitare: al punto stesso ch'ei passava, una grandine di quadrelli lo cinse per la persona senza offenderlo, perchè era destinato; tuttavolta una delle freccie imbroccò nella vista dell'elmo al giovane Jonville, nel quale dubitava la gente se fosse maggiore o la cortesia dei costumi o la prodezza della mano, ed oltre fulminando gli traforò l'occhio sinistro, gli ferì il cervello, e cadde il gentile amareggiato non dalla sua morte immatura, ma dalla rimembranza dello antico genitore che lasciava diserto nel vasto castello dei suoi antenati. – Povero padre! e sì che di tanti figli non gli rimaneva che quello, e in lui solo viveva, in lui sperava, lui conforto della tediosa decrepitezza (conveniente vestibolo della morte) s'imprometteva; ed era pur pietà serbarglielo! Il buon vecchio già nel suo segreto gli preparava in isposa la figlia del vicino Barone, a cui riseppe che prima di partire aveva favellato di amore sotto la quercia, – e volle vedere questa quercia.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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