Le cose e le persone sacre nulla meglio rispettate; sacerdoti venerabili per santità, per anni e per dottrina, dalla proterva soldatesca manomessi; monache con sacrilega inverecondia su i gradini del santuario contaminate; i voti dalla divozione dei Fedeli appesi alle immagini, se di oro o di argento, intascati; se di cera. lasciati stare; le stesse immagini dei Santi, se di metallo prezioso, arruffate; se dipinte, lasciate stare. – Che più? – refugge l'animo al fiero racconto: – diffusi i sacri olii per terra, o consumati in ungersi le barbe; sparso sul pavimento il mistico pane, ghermivano i ricchi vaselli per quindi giuocarseli a zara, o Dio sa in quale altro uso disperderli: – e sì che il Conte di Provenza protestava essere venuto a ristorare la Religione del Regno, e si diceva figliuolo primogenito della Chiesa.
Ecco come da rimotissimi tempi costumano gli italiani uomini ricevere la libertà. – Assicura la gente cosa preziosa essere la libertà, ed io di leggieri concorro in questa sentenza, considerando il grave prezzo di averi, e il molto più grave di vite che ne ha finora sborsato; – tratta dalla ingannevole lusinga, non badò la tradita, se legittimi mandatarii fossero coloro nelle cui mani sborsava... essi furono falsificatori: – ella pagò male le tre, le dieci volte, – e sempre; peggio per lei: chi non ha il senno, abbia la pazienza. Tanti misfatti si commisero a nome di questa libertà; in tante e sì strane forme si è presentata al mondo ingannato, e ingannatore; così sovente ha nascosto il volto della stessa tirannide, – che oggimai ho fede non viva uomo di sano intelletto che al solo intenderla rammemorare non si sgomenti: e però quell'intemerato Parini, che ai suoi tempi l'aveva veduta tragica, e comica, e democratica, e aristocratica, e consolare, e fescennina, e perfino ballerina, allorchè tenevasi in sua presenza proposito di lei, interrogava tutto smarrito: – Libertà! di che sorta?
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