Pagina (621/699)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non valeva meglio non mandare il male, che apprestare il rimedio? Non basta il sonno che dormiamo dentro il sepolcro? Perchè concludere ogni giorno di vita con una notte di morte? – Audace! confinati dentro il cerchio della tua imbecillità; che ti giova logorarti la mente dietro la scienza non concessa ai tuoi sensi? Il tuo cervello non ha nervi che bastino; tu morrai come l'avaro, consumato d'inedia sopra i tesori raccolti; più veglierai a conseguire sapienza, più andrai convinto che nulla può sapersi; arcane governano i mortali le leggi del firmamento, arcane quelle della terra; il tuo simile, tu stesso sei un mistero a te stesso. – E perchè dunque non concederci intelletto, non sensi capaci a comprendere le maraviglie dell'universo? Perchè il nostro senno si rassomiglia al sole della terra boreale? Il culto della ragione non deve anteporsi alla idolatria della maraviglia? O s'era destino che nudi d'ingegno dovessimo nascere, vivere, e morire, perchè ci tormenta una volontà che mai non si appaga? perchè una sete che non si estingue? perchè una curiosità che s'inferocisce contro quello che non può penetrare? un desiderio che infuria in proporzione degli impedimenti che trova? Io ne ho domandato alla gente che ha nome di savia, e mi ha detto: pazienza, – ed io le ho risposto, che le selci calpestate non mormorano, e se tali dovevano essere le nostre condizioni, sarebbe stata misericordia tagliare le mani a Deucalione e Pirra, che gittandole dietro le spalle, di pietre le convertirono in uomini101: intanto questo sentimento di sapere, e la impotenza di soddisfarlo, è un inferno anticipato, ed io per me ho speranza che sopra ogni altra espiazione valga un giorno a farne perdonare di molti peccati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





Audace Deucalione Pirra