Ma il sonno non si posa uguale su tutti, anzi egli veste la sembianza che trova; puro comparisce soltanto sopra la faccia di Manfredino; quivi non trova dolore nè gioia, – vi trova stanchezza, ed egli si mostra sotto la forma del riposo, perchè il riposo è la sua essenza: mesto, solenne, investe la fronte della Regina Elena, e, se Dio mi perdoni, somiglia un esperimento che la morte imprenda a fare su quel pallido volto: – nel punto in cui la vita si parte, e la morte comincia, non atterrisce il suo aspetto sopra il sembiante della bellezza; raccoglie invece gli ultimi fiati, lo estremo agitarsi dei muscoli del labbro, e ride, – il riso del serpente però.... e poi tocca la pelle, e la pelle si corrompe, – soffia sul corpo, e il verme si affaccia dalle narici: – volgiamo lo sguardo dalla immagine della putrefazione, assai tornerà amaro soffrirla, – non ci fermiamo a meditarla. Qual è il sonno di Ghino? La battaglia: co' moti del sopracciglio consente ai colpi che finge, e: – avanti! – grida, come nel furore di un assalto, – avanti! – ad un tratto impallidisce, allunga la mano in cerca dell'asta, e quasi si leva a sedere esclamando: – fate testa, vituperati, – alla riscossa, – alla riscossa.... abbiatene cura, egli è ferito.... io gli ho concesso sotto fede i quartieri. – Ricadde riverso con le mani abbandonate, e mormorava tra i denti: – siatemi voi testimoni ch'io giacqui morto d'una freccia nel petto. – Qual favella potrebbe ridire come dorma Manfredi? Il suo non è sonno, ma continuazione di spavento; inarca le membra irrigidite, quasi sorpreso dall'atroce convulsione che chiamano tetano; stringe le pugna, ha i capelli irti, spalanca gli occhi come ossesso, la pupilla gli trema; dalla gola contratta, attenuata, pare che voglia ricavare un grido; terribile è lo sforzo, ma si risolve in singhiozzo; muta positura, rannicchia le membra, non altramente che se un cerchio di fiamme lo circondasse; prorompe in guai lamentosi, ed ambe le mani con súbita violenza percuote su la bocca, a modo di persona che si affanni impedire un liquore che sgorga.
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