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      Allorchè in placida notte di estate l'orizzonte sereno quanto l'anima dell'innocente ricopre la terra come di una insegna di gloria coll'azzurro purissimo, trasparente, e le miriadi dei corpi celesti esaltano nella gioia della luce la magnificenza del Creatore, allora soltanto l'anima commossa può trovare immagine che si assomigli al volto della mesta addormentata: – quale di questi due spettacoli racchiuda parte maggiore di vaghezza, ella nè sa nè può ridire a sè stessa; ambedue opera divina, ambedue sapienza dello innamorato pensiero di Dio; – tacita, tacita, l'anima gode nella voluttà delle sue sensazioni.
      Sia che la mente di Yole, come quella che non v'era assuefatta, mal potesse sopportare qualunque diletto, sia che veramente ne derivasse uno di soverchio acuto dalla vicenda dei sogni, si sveglia improvvisa, pronunziando: – "Rogiero." – Rogiero appoggiato su l'asta le comparisce dinanzi; ella si leva, e facendoglisi vicino gli parla piacevole: – "Perchè t'involasti da noi? Il Re ha chiesto del salvatore della sua figlia."
      Oh! s'egli sapesse ch'io fui quegli che andai fino alle sponde dell'Oglio per affrettargli contra quei nemici che adesso gl'investono il Regno, – se a lui fosse noto che io sono un condannato, certo non vorrebbe dimandare di me.
      Tu facesti questa ingannato, nè vi sarebbe tuo mortale nemico che non ti riputasse degno di pietà, non che di perdono: ma tu spontaneo pel suo onore hai combattuto in campo chiuso a Benevento, tu a rischio di vita l'hai ammonito di guardarsi dai traditori, tu lo hai salvato a San Germano: – magnanimo è il cuore del Re.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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