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      E che giova scoprirmi? Premio di averi non attendo; – il premio che desidero, il figlio di Federigo non sarà per concedermi mai: lasciami dunque morire sconosciuto.
      Ah tu non morrai!
      Perchè dovrei vivere? Chi non anteporrebbe la morte onorata alla vita di affanno? Forse non ho assai tempo sopportato la esistenza? Io non voglio rinnuovare le antiche querele, ma ti giuro pel tuo amore, che nella pianura di Benevento mi metterò in abbandono del corpo.
      E se tu parti, pensi ch'io vorrò rimanermi sola in questo deserto di dolore?
      Ed io forse te lo comando? No, Yole, – no; il cielo ci ha destinati di fine immatura alla fossa.... io abborro le vanità degli augurii, nondimeno questo fine mi predissero.... Muori, bella infelice, poichè la morte sola può darti riposo.... e se mi prometti che nell'ora nella quale i parenti lacrimosi circondando il tuo letto saranno facili ad ogni inchiesta di te moribonda. – se mi prometti che in segno del loro affetto tu li domanderai di essere tumulata nel mio sepolcro, – allato alle mie ossa.... oh! ben tristo contento è questo ch'io ti chiedo, Yole; pur l'unico che amo diffondere su l'amarezza dei miei ultimi giorni.
      Io aveva pensato a questo.
      Un medesimo Angiolo dunque custodisce le nostre anime, e v'ispira i medesimi pensieri.... Allora quando, scoperchiata l'arca nella quale mi avrà deposto la pietà dei miei fratelli d'arme, ti caleranno a dormire meco, – certo il mio cadavere stenderà le braccia per darti un amplesso; egli riterrà il gelo della tomba, ma sarà eterno.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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