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      Per altra parte il Conte Giordano, atteggiato ad ossequio, preso la mano di Manfredi, e accostandosela alla bocca la baciava sospirando: "O mio buon Re!..."
      Io ti ho tradito,
      riprendeva Jussuff "come Iscariotto tradiva il figlio di Maria, nè il mio supplizio sarà niente meno terribile."
      Racconta la Cronaca che Manfredi in altri tempi avrebbe tenuto la promessa a Jussuff di trargli il cuore dal petto, e sbatterglielo su per le guance; ma che essendo venuta la stretta, nella quale gli era di mestieri condursi non come voleva, sì bene come poteva, gli ponesse la destra sul capo, e favellasse in questa sentenza: "La freccia se non è lanciata non piaga, l'arco se non è teso non iscaglia; ben sei tu stato la freccia, ma il colpo non si partiva da te. Sta scritto nel libro della legge, che l'uomo non può mutare in bianco un capello nero102; anzi noi pensiamo che non varrebbe a svellerlo nemmeno, laddove i destini non lo consentissero: già da tempo che non ha misura, l'influenza dei pianeti aveva decretato quello che adesso si è compíto; sta di buon animo; se la fortuna di Manfredi può ristorarsi, sarà ristorata; – se credi di averne offesi, noi ti perdoniamo."
      Generoso! E a te conceda Dio grande che le bandiere dei tuoi nemici ti formino la tenda che ti ripari dal sole di state; – te esaltino le anime dei profeti su la testa di Carlo.
      Lo speriamo.... dalla spada però.
      Sì, speralo, perchè ogni buona opera dee ricevere il suo premio anche in terra, e tu ne avanzi molti di questi premii. Or via, lasciami condurre a fine il mio duello, e poi mi ti porrò al fianco per non lasciarti mai più. – Fedeli,


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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