Non è da dirsi se la gente ne levasse rumore: rammentava, Manfredi mai aver visitato quelle sante ossa, mai per lui avere rinnuovato il prodigio; essere Carlo vero Cristiano, verace campione della Chiesa, – Manfredi eretico, non volere più oltre sopportare il dominio di un reprobo, di uno scomunicato. Lo Arcivescovo di Cosenza levava l'interdetto, e profondeva a piena mano i tesori delle indulgenze; le campane suonavano a gloria; i preti chiamavano il nuovo signore – braccio di Giuda; – i cittadini, – invitto e cortese; – pochi più prudenti tacevano, e aspettavano. – Il breve soggiorno che fece a Venafro sanò la sinistra impressione derivata da San Germano, assicurò i dubbiosi, confermò i parteggianti: abbandonava questa città accompagnato dai voti della gente, e costeggiava il fiume Volturno verso la foce per valicarlo con maggiore sicurezza, perchè sebbene egli s'ingrossi quanto meglio va accostandosi al mare, nondimeno scorre sempre meno rapido che sopra Venafro, a cagione che quivi sboccano quasi istantanei i fiumi Cavaliere, e della Lorda. Tentato il luogo più agevole a guadarsi, già erano passate alcune compagnie, quando Carlo osservò per la campagna una brigata, che faceva sembianza di piegare alla sua volta; soprastette dubbioso di ciò che fosse per recare; allorchè fu vicina, dalle vesti e dalle insegne conobbe essere ambasciatori: venivano deputati a rendere omaggio al Signore da Rocca d'Arce, Rocca d'Evandro, Rocca Guglielma, Rocca Monfina. Castel Forte, e da molte altre terre, parte spontanei, parte istigati dal Conte Rinaldo.
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