Assorse Manfredi impugnando la spada, assorsero i convocati, gridando: "arme! arme!" Lo stesso Giordano, senza che il suo cervello vi contribuisse per nulla, travolto dalla chiamata guerriera, trovò la sua mano su l'elsa, e la voce "arme" su l'estremo contorno del labbro.
Ed arme sia!
esaltato di nuovo ardore esclama Manfredi; quindi velocissimo comandava: "Conte d'Angalone, Calvagno, prendete con voi le compagnie dei Tedeschi, e formatene una sola schiera più tosto profonda, che larga su la fronte; sia essa l'avantiguardia, assalti la prima, tenti sforzare le file nemiche, e s'inoltri più e più sempre, senza sbandarsi, – dovesse anche riuscire alle spalle di Carlo: – voi, Conte Lancia, Ghino, co' vostri Toscani, e Lombardi, e tu, Jussuff, con tutti i tuoi Saraceni, comporrete la battaglia, seguirete immediatamente l'avantiguardia, non troppo presso però, – a mezzo tratto di freccia, – vi prevarrete della impressione dei Tedeschi, che reputiamo infallibile; cacciatevi dietro di loro, sbandatevi, scendete, se fa di mestieri, da cavallo, e scompigliate le file; – a voi, Rogiero, affidiamo lo stendardo reale; – noi al capo del ponte co' Pugliesi comanderemo alla riscossa; – andate, provvedete: vi raggiungo all'istante; già non vi conforto a mostrarvi valenti, solo preghiamo la fortuna a favorire la valentia vostra."
*
* *
Elena, dolcissima donna mia,
favella Manfredi correndo armato di piastra e maglia verso la Regina, e le strinse con la mano aspra di ferro la sua delicata così fortemente, che per assai tempo vi portò la impronta violetta; "Elena – addio! avanti che il sole tramonti io sarò vittorioso, o morto.
| |
Manfredi Giordano Manfredi Angalone Calvagno Tedeschi Carlo Conte Lancia Ghino Toscani Lombardi Jussuff Saraceni Tedeschi Rogiero Pugliesi Manfredi Regina
|