Le trombe provenzali chiamano un'altra volta il nemico a giornata; pare a Manfredi intendere in quel suono una voce di scherno, balza alla porta gridando: "Svevia! Svevia!" Rogiero vede partirsi il Re, guarda Yole, alza la mano al cielo sospirando: "Ch'io la rivegga lieta, o non la veda più!" e fugge. – Elena sorreggendo la figlia non può seguitare Manfredi co' passi, lo segue con un grido; solo Manfredino corre dietro le poste paterne chiamando: "O padre mio, padre mio! ritornerai stasera?" – Fanciulletto infelice! ode prima dei passi distinti, poi rumore confuso, alla fine più nulla; ritorna piangente con le mani entro i capelli, e lamenta per via: "Il padre è sparito, – sparito, e non mi ha promesso di ritornare stasera."
Lo esercito di Carlo, giunto sul vertice dei monti vicini, ammirava la città di Benevento, tanto famosa per la bellezza e antichità sue, non meno che per l'erronee credenze dei popoli. La sua origine si smarrisce nelle tenebre della Mitologia, sebbene non manchino scrittori che affermino averla edificata Diomede Re degli Etolii dopo la guerra troiana. Poche novelle ci avanzano di lei durante la dominazione dei Romani, imperciocchè la storia di questa nazione assorba ogni altra storia dei paesi conquistati; e finchè ella fu, Roma sorpassò la universa Italia. Narrano le Cronache, Totila averla tolta dalla signoria dei Greci; ma la sua grandezza comincia dopo la conquista dei Langobardi, chè Otari sommettendo la Italia fino all'ultima Reggio di Calabria, ne fondò un nobilissimo Ducato, donandolo a Zetone suo generale.
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