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      Noi non faremo la cronologia dei Duchi che successero; solo diremo, che per la venuta di Carlomagno in Italia non fu distrutto il Ducato a patto che Arechi Duca si radesse, e facesse radere la barba ai Langobardi, coniasse moneta col nome di Carlo, e rovinasse le fortezze di Salerno, di Acerenza, e di Conza. Grimoaldo generoso figlio di Arechi non li serbava, allegando sč esser libero, e ingenuo per lato di madre e di padre, e sempre si manterrebbe libero con lo aiuto di Dio. Nč i fatti suonavano diversi: si vendicava in libertā, si faceva ungere dai Vescovi, a modo dei Re, adoperava corona reale. I Duchi che tennero dietro a questo Grimoaldo fino ai Normanni, non vanno distinti che per la varia immagine impressa su le medaglie, – o per qualche delitto. I nuovi signori duramente calcando i popoli fecero sė che implorassero lo aiuto di Papa Lione IX, il quale si condusse in Germania presso lo Imperatore Arrigo III, e seco lui convenne di permutare il censo delle cento marche d'argento e del cavallo bardato, imposto da Benedetto II su la Chiesa di Bamberga, con la signoria di Benevento, pur che di sue milizie lo accomodasse per conquistarla: riuscė l'opera a Papa Lione pel molto favore dei popoli, ed investė del Ducato un Raidolfo langobardo, che in breve fu cacciato da Anfredo normanno Conte di Puglia, fratello maggiore del Guiscardo. Per la nuova ingiuria crebbero le asprezze tra Roma e i Normanni, e ne derivō una serie fastidiosa di piccoli affronti, la quale non ha altro di comune con le grandi battaglie tranne la strage.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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