Nessuno stimi più sanguinosa battaglia, o con maggiore prodezza, essersi mai combattuta negli antichi o nei moderni tempi; lunga stagione la pianura di Santa Maria della Grandetta esalò vapori pestiferi a cagione del lezzo che intensissimo mandavano i corpi insepolti; per oltre cinquanta anni le bianche ossa sparse alla campagna attestarono con quanta rabbia vi si straziassero migliaia di vittime, ed anche adesso avviene sovente all'agricoltore tracciando il solco di sentirsi a mezzo trattenere l'aratro; si abbassa, e trova frammenti di scheletri attraversatisi al vomere, gli afferra imprecando, e gli sbalestra nel campo del vicino.
Senza elmo in testa, co' capelli rappresi di sudore e di sangue, ferito nel volto, tenendo nella manca lo stendardo reale lacero, nella destra la spada dalla punta all'elsa intaccata, si presenta Rogiero a Manfredi, e da lontano gli grida: "Alla riscossa. Messere lo Re, alla riscossa!"
Ch'è questo? lasciano il campo i codardi? Dove è Messer Ghino?
È morto....
D'Angalone?
Morto....
Vendetta di Dio! Baroni, alla riscossa! seguite il vostro Re, egli vi condurrà alla gloria, o alla morte.
– E spinse il cavallo: non intendendo che un fievole rumore, volge la testa; – forse dieci lo accompagnavano; i rimanenti, in numero di mille quattrocento cavalieri, e forse quattromila fanti, non si muovevano.
Su presto, affrettatevi! alla riscossa! chè l'indugio è rovina!
replica Manfredi. La medesima immobilità per la parte dei suoi. Comincia a chiarirsi il grande inganno; trema il cuore del Re. – "O miei fedeli Baroni," riavvicinandosi a loro esclama smanioso "muovetevi per la vostra salute, pe' vostri figli.
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