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      Le tue parole.... il furore....
      Rendimi la mia innocenza.... la mia innocenza.... io sono il Caserta: contempla la mia sembianza disfatta dal dolore: tue sono le mie colpe.... in me saranno punite, ma la giustizia le aggiungerà ancora ai tuoi supplizii.
      Toglimiti dinanzi.
      Dinanzi! perchè? Non sono venuto, quasi invitato a banchetto nuziale, alla tua morte?
      Ed io muoio....
      E non corrono ormai venti e più anni, che ho tolto i tuoi ultimi aneliti per cagione del mio vivere?
      Vattene. ti scongiuro.
      Per cui vuoi tu scongiurarmi? per Dio forse? L'ho rinnegato per te. Pel mio onore forse? Tu me lo hai rapito. Per l'amore di mia donna? Tu me l'hai contaminata. Pe' miei figli? Per te fui padre di prole non mia. Cessa adunque, o Re, dallo scongiuro.
      Fuggono le potenze dell'Inferno al segno della croce; non cesserà l'uomo di tormentare alla preghiera dell'agonizzante?
      No: – concedi anzi, mio Re, ch'io mi sieda a godere la convulsione della tua agonia.
      Ma vattene, feroce! lasciami morire in pace.
      No. – Tu hai empiuto una coppa di disperazione; or non contendermi, Re, che il mio spirito esulti di apprestartela ai labbri.
      La tua coscienza....
      La mia coscienza! Non te l'ho io detto che spaventerebbe Satana stesso? non ti ho io detto ch'ella è opera tua?
      Traditore!...
      Taci, vituperato. Non sei tu quegli che fingendo amicizia mi rapisti l'amore di colei ch'io amava di rabbioso delirio? Tu fosti il traditore, quando ebbro di potenza aggravasti il mio capo d'infamia: guardati, abbietta creatura, di mandare un sospiro; o se nel furore che ti agita senti il bisogno di maledire, – maledici te stesso; – io sono giunto a prostrarti, ed io ti calpesto.


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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