... per te scendono gli Angioli del Paradiso, e ti apportano la pace; per te si parte dal trono dell'Onnipotente un raggio di gloria, sul quale ascenderà alle gioie celesti l'anima beata... Dimmi, perduto, che opporrai nel giorno del giudizio alla strage di tuo padre?
Il mio pentimento...
A quella di Corrado?
Il mio pentimento...
A quella di tuo figlio...
Qual figlio?
A breve distanza s'intende una voce lamentosa che mormora: "Yole!" – Balza in piedi il Caserta, osserva un moribondo, lo prende sotto le ascelle, e senza rispetto alla sacra ora in che l'uomo chiamato ad altri sensi combatte anche per poco la forza della estinzione, lo strascina contro Manfredi; giuntogli davanti, glielo getta nel grembo, urlando ferocemente: "Eccoti il figlio... oh! la mia vendetta è piena." – Poi torna a sedere, e volge la luce della lanterna sopra que' volti per contemplarne la espressione.
Manfredi riconosce il morente, gli cinge le braccia intorno ai fianchi, e sorreggendolo dolora: "O Rogiero! o figliuol mio! già il cuore me lo diceva... qual ti riveggo, Rogiero!"
Apre a fatica le gravi pupille lo infelice giovane, e domanda: "Or dove mi hanno tratto?"
Tra le braccia di un Re... tra le braccia di un padre!
risponde il Caserta.
Padre! – Re! – Chi padre? Tu forse, Manfredi?
Ahi sventura! al figlio del peccato, abbracciamento di sangue!...
Tenebra di dolore angustiava i miei anni... vissi la vita del pianto... delitti, ambasce, rimorso... oh! tutto è ricompensato dalla soavità dell'amplesso... io benedico la vita.
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