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      Godi nelle braccia del padre che tradisti... godi del padre parricida!
      Da cui muove questa voce, padre? ella m'inasprisce le piaghe...
      È voce di schiavo che insulta alla morte del signore...
      È del Caserta; la riconosci, Rogiero?
      Ti riconosco per empio... ma bada, breve gioia è quella che deriva dall'altrui pianto... fiero destino ti aspetta, Rinaldo... Accenni del capo, e mi deridi? Nello abisso della miseria ove ci getta la tua perfidia io contemplo il tuo fine, e parmi sedere sopra un trono di gloria... Ahime! fuggono le parole alle labbra... padre, è salva Yole?
      SalvaMenti, è prigione.
      Egli ha detto prigione... A chi affidasti la diletta?
      Non lo rimembri? Al Procida.
      Allora morditi la lingua... serpente, ella è salva; Padre, ti lascio...
      Oh figliuol mio!
      Perchè piangete voi? Io vedo la morte con quella stessa gioia con la quale io ti vidi, o mio tradito genitore... sono i miei casi un fremito... terminarli è pietà... Acqua battesimale mi fu il sangue della madre... olio santo mi è il sangue del padre... anima più deplorabile è mai vissuta nel mondo?
      Oh figliuol mio!
      Stringimi forte... porgimi la mano, o padre,... corro al premio della sventura.
      Si reca la mano paterna alla bocca, e la bacia; poi si sforza d'imporsela sul capo: sviene a mezzo dell'atto; ricade la destra di Manfredi, – la vita di Rogiero è già spenta.
      Chi vorrebbe biasimarmi, se, come Timante velava la faccia di Agamennone, io passo senza descriver le le sensazioni che abitarono Manfredi? Chi lo potrebbe? Chi lo tenta nemmeno?


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La battaglia di Benevento
Storia del secolo XIII
di Francesco Domenico Guerrazzi
Le Monnier Firenze
1852 pagine 699

   





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