(E Carlo pure assai lo commendava, ma non si rattenne per questo dal farlo vilmente morire nelle carceri di Provenza.)
Fu lo Re Carlo per alquanti Baroni pregato che gli facesse fare onore alla sepoltura. Rispose lo Re: le fairois-je volontiers, si lui ne fùt excommunié. Ma perchè era scomunicato, non volle lo Re Carlo che fosse recato in luogo sacro; ma a piè del ponte di Benevento fu seppellito, e sopra la sua fossa per ciascuno dell'oste fu gittata una pietra, onde vi si fece uno grande monte di sassi." Fin qui il Villani. Cantando la dolente vicenda, il divino Alighieri aggiunge averlo l'Arcivescovo di Cosenza Bartolommeo Pignattelli, per comandamento di Papa Clemente, fatto estrarre di sotto quel tumulo, e gittare allo scoperto fuori del Regno su le rive del fiume Verde, oggidì conosciuto col nome di Marino, il quale scorre presso Ascoli!...
Se il Pastor di Cosenza, che alla cacciadi me fu messo per Clemente, allora
Avesse in Dio ben letta questa faccia,
L'ossa del corpo mio sarieno ancoraIn co' del ponte presso a Benevento,
Sotto la guardia della grave mora.
Or le bagna la pioggia e move il ventoDi fuor dal Regno, quasi lungo il Verde,
Ove le trasmutò a lume spento."
Ghino di Tacco, quantunque ferito a morte, fu trasportato dai suoi fedeli in luogo sicuro, i quali tanto s'ingegnarono, ch'ebbero due medici riputatissimi, e nelle mani loro l'affidarono, perchè ogni accorgimento dell'arte adoperassero per sanarlo. Visitatolo da capo a piedi, l'uno avvisò che avesse piagato il polmone, l'altro lo contese, ragionarono una intera notte senza ragione: alla mattina, non vedendosi persuasi, misero mano alle daghe per convincersi meglio: poco mancò che per sanare un ferito due non si uccidessero.
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