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      - Marzio, se il sole fosse una candela, che soffiandovi sopra potesse spegnersi, la spegneresti tu?
      - Io? Le pare, Eccellenza! - lo lascerei acceso.
      - Io lo spegnerei.
      Caligola aveva desiderato al popolo romano una testa sola, per recidergliela con un colpo; il Conte Cènci avrebbe voluto stritolare il sole. Povera creta! Se il sole si accostasse, la cenere della terra non occuperebbe spazio nell'universo.
      Si assise al banco; aprì, e lesse una, due e tre lettere, pacato in prima, poi precipitosamente; al fine, scorsele tutte, proruppe con orribile bestemmia:
      - Felici tutti! Ah Dio! tu me lo fai proprio per dispetto.
      E chiuso il pugno, abbassò il braccio con quanto aveva di forza: caso volle che colpisse in mezzo alla fronte Nerone, il quale col muso levato e gli occhi pronti seguitava i moti del suo signore. Il cane diè un balzo di furore, poi irruppe contro la porta, ne spalancò le imposte, e fuggì via sbuffando. Il Conte gli mosse dietro richiamandolo, non senza aver prima con un suo riso amaro osservato:
      - Vedi, Marzio, s'ei fosse stato un figliuolo mi avrebbe morso! -
     
     
     
     
      CAPITOLO II.
     
      IL PARRICIDIO.
     
      ........tutta la Caina
      Potrai cercare, e non troverai ombraDegna più di esser messa in gelatina.
      DANTE.
     
      Marzio invitò il gentiluomo dal volto chiazzato di sangue a passare nello studio del Conte. Questi attendevalo in piedi; e tostochè lo vide, con bella leggiadria di maniere lo salutò dicendo:
      - Benvenuto, Principe; in che cosa noi possiamo avvantaggiare le comodità vostre?
      - Conte, ho da parlarvi; ma qui dentro vi è uno di troppo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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