- O a Civita Castellana... a perpetuità.
- A perpetuità! - Propriamente ella disse a perpetuità?
- E presto; - e ciò dovere alla memoria onorata dell'inclito consorte, alla reputazione della prosapia clarissima, ai nobili parenti, alla sua coscienza, a Dio...
- Egregia madre! Non ho una buona madre io? esclamava il Principe con voce, che tentava rendere beffarda, quantunque male potesse celare lo insolito terrore. - E i prelati che cosa rispondevano eglino?
- Eh! voi sapete il precetto dello Evangelo? L'albero che non fa buon frutto va reciso... ed essi lo ripetono con tale una voce amorosa, che pare proprio v'invitino a bere la cioccolata.
- Or dunque, il tempo stringe più che io non credeva. Conte, suggeritemi voi qualche consiglio... io mi sento povero di partiti.... sono disperato....
Il Conte, crollando il capo, con voce grave rispose:
- Qui, dove scorre la fontana di tutte grazie, voi potrete attingerne a secchi pieni. Ricorrete a monsignor Taverna governatore di Roma, od anche, se avete danari molti e senno poco, al clarissimo avvocato signor Prospero Farinaccio, che farebbe a mangiar con l'interesse.
- Ahimè! non ho danari....
- Veramente senza danari vi potreste volgere ai colossi di Monte Cavallo con maggior profitto....
- E poi la faccenda riuscirebbe contenziosa, ed io ho bisogno di rimedii che non muovano rumore.... e soprattutto spediti....
- E allora umiliatevi ai piedi beatissimi: - perchè avvertite bene, che nel corpo del Santo Padre ogni membro è beatissimo, e però anche i piedi et reliqua del Pontefice: lo predicano insignis pietatis vir, come Virgilio canta di Enea.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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