ARIOSTO, Orlando Furioso.
Il Conte, dato uno sguardo nell'anticamera, accennando all'altro gentiluomo favellò:
- Signor Duca, favorite...
Il giovane dal pallido sembiante entrò nella stanza a guisa di smemorato: alla cortese proposta di sedersi o non intese, o non volle tenere lo invito. Solo, come se lo avesse colto la vertigine, con una mano si appoggiò al banco, e dalla parte più lontana del petto disciolse un sospiro lunghissimo.
- Che sospiri, quali affanni sono eglino questi? domandò il Conte con voce lusinghiera. - O come mai, alla età vostra, può avanzarvi tempo per farvi infelice?
E il Duca, con un suono che parve lene sussurre di acque, rispose:
- Io amo.
E il Conte, per dargli spirito, giocondamente soggiunse:
- È la vostra stagione, figliuolo mio; e fate ottimamente ad amare con tutta l'anima, ed anche con tutto il corpo: e se non amate voi, giovane e bello, o chi dovrebbe amare? Forse io? Vedete, gli anni mi piovono neve sopra i capelli, e mi stringono il cuore di ghiaccio. A voi parlano di amore e cielo e terra; a voi da tutta la Natura sorge una voce, che vi consiglia ad amare:
Le acque parlan d'amore, e l'ôra, e i rami,
E gli augelletti, e i pesci, e i fiori, e l'erbaTutti insieme pregando ch'io sempre ami;
cantava quel dolcissimo labbro di messer Francesco Petrarca. Su, via, giovanetto, ella è cosa da vergognarsi questa? Predicatela dai pulpiti, banditela di sopra i tetti; chè buona novella è amore. Non si vergognava già confessare il Petrarca, che pure fu uomo grave e canonico, come amore lo avesse tenuto anni ventuno ardendo per madonna Laura mentre era in vita, e più dieci dopo che la si volava al cielo(5). Misericordia!
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Orlando Furioso Conte Duca Conte Duca Conte Natura Francesco Petrarca Petrarca Laura
|