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      Ma tu non sai, che l'orologio a polvere, col quale la passione misura il tempo dello aspettare, è la sua fiaccola, di cui gitta le gocciole accese sul cuore del povero amante? Tu invecchi. Olimpio, nè sei più quel desso. Prima potevano stamparti sul viso: cito ac fidelis, ch'è la impresa delle Decisioni della sacra Ruota Romana, la quale impresa però non impedisce che le liti non durino quanto lo assedio di Troia, e sieno traditrici da disgradarne Sinone. Dunque dopo il trotto contentiamoci del passo: a domani. Brevi istanti appresso, piegando il volto verso il Duca, domandava di nuovo:
      - Quantunque per natura io rifugga da ogni maniera di indiscreta curiosità, pure non posso resistere alla voglia di conoscere il nome della vostra innamorata. Vorreste essermi cortese di compiacermi, signor Duca?
      - Lucrezia...
      - Oh! Lucrezia. È par fatale, che queste Lucrezie abbiano a mandar sempre sottosopra i nostri cervelli romani. Questa volta però non farà cacciare i re da Roma: vi stanno i papi, e con bene altre radici, che Dio li prosperi, e con bene altre virtù, che non erano quelle di Tarquinio; e Rodrigo Lenzuoli basti per tutti. - La Italia può fare a meno piuttosto del sole, che del Papa; senza quelle benedizioni urbi et orbi non crescerebbero i baccelli. - E riprendendo a scrivere, quasi per eccesso di brio mormorava: - Crezia, Creziuccia, Crezina, - ardo per voi la sera e la mattina... - Terminato lo scritto, si levò in piedi dicendo:
      - Olimpio, io mi figuro che tu abbia a recitare i tuoi rosarii; sicchè sarà bene che tu te ne vada.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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