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E il Prete, levando in alto le mani e il viso, esclamò pietosamente:
- Gesù! che cosa mi tocca a udire!
Il Conte Cènci con l'indice della mano destra all'improvviso descrisse un segno orizzontale sopra la fronte, quasi disegnasse mutare registro allo strumento, e con voce più mansueta riprese:
- Oh! non lo diceva mica per voi, povero sacerdote, che siete così attrito dallo stento, da assomigliarvi a san Basilio. Quando mi capitasse la voglia di palesare i fatti miei a qualcheduno, fate conto che non vorrei confessarmi ad altro sacerdote che a voi. Or via, tregua alle parole, Curato mio dolce. Quanto danaro vi abbisogna per restaurare chiesa o canonica, comperarvi una tonaca nuova per riparare la fellonia di Nerone, ed una mezza dozzina di asciugamani per lasciare in riposo la pelle di Rodomonte?
- Dirò... Verdiana ed io abbiamo fatto le mille volte il conto; ella su le fodere del lunario, io sopra i margini del breviario, e non ci siamo messi mai d'accordo; ch'ella dice più, ed io meno: ma io crederei che con un dugento di ducati ci si potrebbe incastrare.
- Dugento ducati! Misericordia! ma che sono eglino diventati prugnòli?
- E con meno non ci è propriamente a rimediarla, - riprese il Prete incrociando le dita delle mani e appoggiandosele alla pancia; - e noti, che ci aggiunterei una quarantina di ducati che conservo nello inginocchiatoio accanto al letto, e che mi costano da quarantamila digiuni non comandati.
- Uditemi, Reverendo; io non sono ricco abbastanza da accogliere la presunzione di restaurare la casa di Dio.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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