Tutti i giudici iniqui condannano senza appello. Deus autem fecit nos, non ipsi nos. Non importa: se l'anima è morta col corpo, mi piace; se sopravvive, anche di questo mi contento; a patto che non mi venga tolta la facoltà, da me fino a questo punto esercitata, di maledire per omnia saecula saeculorum; amen.
CAPITOLO V.
ANCORA DI FRANCESCO CÈNCI.
A cagione del tuo cuore di ghiaccio, e del tuoghigno di vipera; a cagione delle perfide tue
iniquità, e per la ipocrisia della tua anima...
pel piacere che trovi nel dolore altrui; per latua fratellanza con Caino, io ti condanno ad
essere il tuo proprio inferno".
BYRON, Manfredo.
Di Francesco Cènci non dissi abbastanza. Così strano, complesso, ed anche mostruoso comparisce il suo ingegno da quanto fu esposto, e da quanto verrò esponendo nel corso della storia, che merita fermare il pensiero sopra di questo personaggio.
Non so se adesso; ma respiravasi un giorno per l'aere di Roma tale una ebbrezza, che toglieva l'uomo dalle consuete abitudini della indole umana. I fati ordinarono, che per un tempo tutto si presentasse costà fuori della consueta misura delle cose, e piuttosto immane, che grande. Chi più valoroso di Cesare? Chi più virtuoso di Catone? Chi o più politico di Augusto, o dissimulatore di Tiberio, o truce di Nerone, o stupido di Claudio? E, per non rammentare di soverchio nomi, chi più magnanimo degli Antonini? Le donne stesse toccano la cima della libidine e della castità, della perfidia e della fede. Lucrezia, Cornelia, Porzia, Arria, Eponina(16) ebbero nascimento nella medesima città che produsse Livia, Poppea e Messalina.
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Caino Manfredo Francesco Cènci Roma Cesare Catone Augusto Tiberio Nerone Claudio Antonini Cornelia Porzia Arria Eponina Livia Poppea Messalina
|