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      In qualunque punto del festino ella fosse scomparsa, la noia soffiava un alito ghiacciato sulla universale esultanza. La sventura certo aveva battuto le ale intorno cotesta fronte bianca di giglio; ma l'era venuto meno lo ardimento per lasciarvi sopra una traccia inamabile, e passò oltre. La preghiera dei mortali avrebbe potuto riposare su quella fronte, per librarsi quinci più pura verso il trono di Dio. Nei giorni giocondi, ahi rari!, della sua vita ella si compiacque talora sciogliere con giovanile baldanza il volume delle chiome bionde, e apporle al sole; quasi volesse instituire gara co' raggi di lui: ma il sole le circondava amoroso di tale uno splendore, che la gente tremava di reverenza e di piacere a riguardarla, reputandola una santa scesa dal cielo circonfusa dal nimbo radiato(23).
      O Bellezza! Io dai primi anni ti ho alzato un altare nell'anima, dove ti sacrifico i più dolci dei miei pensieri; - pensieri che, me levando da questa creta mortale, mi avvicinano al Creatore di tutta bellezza; ma nè io ho parole, nè credo che veruno umano eloquio le possieda, capaci di significarti degnamente: se potessi appormi la carta sul cuore, e improntarla dei suoi palpiti, forse aprirei alle genti concetti non mai più uditi: però questo nè a me, nè ad altri fu concesso, e le mie immagini è forza che si rivelino incomplete, vaghe, e confuse; onde se la fantasia di chi legge non supplisce al difetto, io dispero farmi comprendere. Oh da quante catene è stretta quaggiù l'anima immortale!


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Dio Bellezza Creatore