Egli rimase lungamente immobile, chiuso dentro un profondo pensiero: colà nel suo spirito prese a imperversare una tremenda procella. Ma la voce del male vinceva il muggito dell'uragano; la voce del bene disperata era, e fuggitiva come quella del naufrago. Quali pensieri gli si avvolsero nella mente? Di che cosa dubitò? Che cosa statuì? Chi lo sa! Forse lo stesso Demonio, se si fosse affacciato a vedere lo inferno dell'anima di Francesco Cènci, avrebbe volto altrove impaurito la faccia. Però è da credersi, che in cotesta vertigine di maligni partiti egli si appigliasse al peggiore; conciosiachè battendosi forte della palma destra la fronte, digrignasse fra i denti:
Or come va? Io, che presumerei comandare al giorno quando si affaccia all'orizzonte:
addietro! splenderai quando te ne darò licenza..." ecco io mi sento arrestare in mezzo del mio cammino da meno, che da un filo di paglia, dalla volontà di una fanciulla. Ahi sciagurata! Il vetro potrà egli resistere, sotto al martello del fabbro? Tutto ha piegato fin qui nella stretta della mia mano di ferro; e tu pure piegherai - o ti stritolerò ad un punto anima ed ossa.
CAPITOLO VII.
LA CHIESA DI SAN TOMMASO.
.....E Belzebub in mezzo.
PETRARCA, Sonetti.
Tanto egli odiava questi suoi figliuoli, che avevafatto nel cortile del suo palazzo una chiesa dedicata
a san Tommaso, col solo pensiero di seppellirvelitutti".
NOVAES, Storia.
La chiesa di san Tommaso dei Cènci, comecchè in parte mutata da quello che era, sta tuttavia. Lo dicono monumento vetustissimo, e già ebbe nome: De Fraternitate, ed anche in Capite Molae, o Molarum.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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