- Andate; liberatemi dalla vostra presenza. - Andate.
E con la mano fece segno respingerli da se: ma ad un tratto, mutato pensiero, accorse dietro Giacomo, e, afferratolo pel braccio manco, lo costrinse a tornare indietro; poi guardandolo fisso, accostato il suo al volto di lui, gli favellò:
- Tu ti sei lamentato, che non hai camicie:... infingardo! Va al sepolcro di colei che ti fu madre; scoperchialo, levane il lenzuolo dentro il quale venne avvolta, e portalo a tua moglie onde ne faccia camicie ai tuoi figliuoli: così potessero, come quella di Nesso, incenerirli tutti! - Tu le dirai che ne faccia avanzare due pezzi: uno per cuoprirti il viso quando morirai di mala morte, e l'altro per asciugarsi le lacrime, - se sarà così stolida di spargerne per tanto vile - tanto abietto - tanto schifoso uomo come sei tu...
- Per Dio! lasciatemi, Conte... urlava Giacomo tremando e fremendo, mentre adoperava gli estremi sforzi per isvincolarsi dalle mani del truce vecchio.
- No, io non ti lascerò finchè non ti abbia insegnato a procacciare quanto fa d'uopo al tuo bisogno. Vuoi pane pei tuoi figli? Portati a casa un pugno di cenere di tua madre, ed empine loro la bocca... i serpenti si nutriscono di terra. O piuttosto va, e porta la mia maledizione, di cui faccio loro dono irrevocabile inter vivos... tu la spargerai sopra i loro capi infantili... sta di buono animo, essa non cadrà su pietre, nè sopra spine... non torcere il viso... io ti dico la verità: è costume della nostra famiglia, che i figliuoli odiino il padre; dal diavolo nasciamo, al diavolo ritorneremo(40); la maledizione, che avrai sparsa alla sementa, ti sarà resa moltiplicata a raccolta.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Giacomo Nesso Dio Conte Giacomo
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