Luisa presi in fretta i figli, si pose intorno i maggiori; il pargolo si recò al collo, e, caduta in ginocchio dinanzi al marito che le veniva incontro, senza battere palpebra disse:
- Nudriscilo del mio sangue, dopo che il latte mi è venuto meno... carnefice! -
Giacomo stette; come persona percossa sul capo traballò, gittò via lo stocco, e tese smanioso le braccia alla moglie; la quale volgendo altrove il volto esclamò:
- No... mai...
Allora Giacomo ricorse ai figli tutto smarrito, e con senso di tenerezza ineffabile scongiurava:
- Deh! figli miei, persuadete voi vostra madre che s'inganna; ditele che l'ho amata sempre, e l'amo. Voi almeno corrispondete al mio amplesso - venite al mio seno... consolatemi voi... che il mio cuore è inebriato d'infinita amarezza.
- No - tu hai fatto piangere mamma.
- Volevi tirare a mamma - va...
- Noi non ti vogliamo più bene, cattivo...
- Va via: - va via... gridarono a coro i tre fanciulli.
- Va via? Sta bene. I miei figli mi scacciano dal seno loro... mi bandiscono dalla mia casa - andrò. - Ma tu almeno, - soggiunse Giacomo volgendosi al fantolino che Luisa aveva riposto nella culla, - innocente creatura, che gli uomini non hanno ancora potuto avvelenare... tu che sentirai vergine il grido della natura, ricevi il mio amplesso, e tienlo come la unica eredità che possa lasciarti il tuo padre infelice.
Il bimbo, spaventato dal sembiante sconvolto e dagli atti concitati di lui, sollevò ambedue le manine facendosene schermo al viso, e mandando fuori strilli di paura.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Giacomo Giacomo Luisa
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