I servi più vecchi, ormai per tre quarti diventati carne di volpe, si restrinsero insieme per avvisare il da farsi, e fu il consiglio corto; imperciocchè uno di loro, ch'era stato cantiniere al Convento del Gesù in Roma, ammiccando degli occhi certo giovane staffiere preso da pochi giorni agli stipendii del Conte, di natura vanitoso anzichè no, profferisse la sentenza: "loda il folle, e fallo correre". A questo fine gli dissero:
- Ciriaco... da bello... tocca a voi: - vi lasciamo il campo di affiatarvi col padrone; - e poi voi siete giovane, e garbato - noi siamo vecchi, e dei modi che costumano oggi con le Signore non sappiamo niente... sicchè la presentazione della gentildonna vi spetta proprio de jure.
I vecchi servi tesero la insidia per malignanza, il giovane v'incappò dentro per vanità; - forse col concetto segreto di supplantarli un giorno nel favore del padrone. Tristi tutti, come per ordinario avviene della famiglia dei servi guidata sempre dallo iniquo istinto del pane.
- Eccellenza, inchinata la persona come il primo quarto di luna, parlò Ciriaco pervenuto al cospetto del Conte; - sta qui fuori certa gentildonna, la quale si annunzia per nuora della Eccellenza vostra, e desidera udienza.
- Chi, dite voi? -
Gridò il Conte dando un balzo sopra la sedia. Egli procedeva verso i servi con sembianze sempre severe: oggi poi comparivano paurose; molto più che teneva il volto avviluppato dentro fasce di tela, e nella guancia tumefatta sentisse acerbissimo il dolore della scottatura.
| |
Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
|
|
Convento Gesù Roma Conte Ciriaco Conte Eccellenza Conte
|