Ah! Signore, quanto è dura necessità questa di perdere l'anima loro, o la mia!
Qui piegata alquanto la faccia fissava certa lettera di Spagna, la quale gli porgeva notizia della morte che si presagiva imminente di Filippo II, da lui sopra ogni altro re ammirato, e nel suo segreto pensava: - lui avventuroso che prima di morire potè fare strangolare il figliuolo, e ne fu benedetto da Santa Madre Chiesa!(53) -
Intanto fu bussato pian piano all'uscio della stanza. Il Conte, rialzato il capo, con voce ferma ordinava:
- Avanti...
Comparve Marzio, il quale dopo qualche esitanza, veduta ch'ebbe la donna, favellò:
- Eccellenza... il tabellione...
- Aspetti. Fatelo passare nella stanza verde onde possa assettarsi a bell'agio...
- Eccellenza, egli mi ha commesso annunziarle, che faccende urgentissime lo chiamano altrove...
- Per dio! Chi è costui, che ardisce avere una volontà diversa dalla mia - e per di più in mia casa? - Quasi, quasi io sarei tentato fargli come a Conte Ugolino, e gittare le chiavi nel Tevere. Andate, e non gli permettete uscire senza il mio consenso...
La rabbia appena repressa con la quale il Conte fremeva queste parole, avrebbe fatto avvertito agevolmente chiunque vi avesse posto mediocre attenzione, della ipocrisia da lui adoperata nei suoi colloquii fin qui; ma Luisa teneva la mente rivolta altrove, e lunga ora stette col capo dimesso al pavimento come persona affatto avvilita, incapace a formare un concetto, o profferire una parola. Il Conte la sogguardò sospettoso, e poi riassicurato riprese:
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Spagna Filippo II Santa Madre Chiesa Conte Marzio Conte Ugolino Tevere Conte Luisa Conte
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