Ora io desidero, che per cosa al mondo voi non gli riveliate possedere moneta; e molto meno poi la parte dalla quale vi viene. Sembravi questa condizione tale, che possa rifiutarsi da voi?
- No certo; voi mi consigliate perbene, ed anche senza condizione io mi sarei comportata nel modo che vi piacque indicarmi.
- Tanto meglio. Ecco qua una santa reliquia. - Così dicendo il Conte si trasse dal seno una crocellina di oro, e, presentatala alla nuora, aggiunse: - giurate per questa croce benedetta sul sepolcro del nostro Signore, per la salute dell'anima vostra, per la vita dei vostri figliuoli, che voi osserverete la promessa...
- Non fa mestiero di riti tanto solenni, rispose Luisa sorridendo a fiore di labbri: - ecco, io ve lo giuro...
- Sta bene: adesso togliete quanto vi aggrada; e sì dicendo aperse uno scrigno pieno di monete d'oro di varia ragione; - e siccome la gentildonna vergognando si peritava, il Conte insisteva: - ma prendete - prendete... sarebbe strana davvero, che tra padre e figlia si facessero tanti rispetti. Orsù, via, farò da me; - e riempita una borsa gliela consegnò. La gentildonna diventata vermiglia, lo ringraziava con un cenno affettuosissimo del capo.
- Prima però che prendiate commiato, mia cara signora nuora, udite un'altra parola... - perchè voi comprendete ottimamente come malgrado le ingiurie atroci con le quali Giacomo mi ha offeso - e continuerà pur troppo ad offendermi - egli sia sempre mio sangue. - Non vi stancate di tentare ogni mezzo per ricondurre cotesto traviato al mio seno.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Conte Luisa Conte Giacomo
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