Pagina (158/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Coteste minacce e cotesto piglio gettarono tanto avvilimento nel cuore al servo, che si partì ratto da Roma insalutata la propria famiglia. Ad ogni muovere di foglia gli pareva avere alle costole qualche bravo del Conte Cènci; nè si quietò il suo affanno finchè ei non fu di molte miglia lontano da Roma.
     
     
     *

      * *
     
      - Ai comandi di vostra Eccellenza, disse il Notaro (con la familiarità servile consueta alla gente di toga) entrando nella stanza...
      Il Conte, con superbia magnatizia rispose:
      - Vi ho chiamato, Sere, per consegnarvi il mio testamento olografo: stendete l'atto di recezione, intanto che mando per testimoni idonei: fate bene, e spedito.
      I testimoni vennero, e s'inchinarono; l'atto fu celebrato, e i testimoni partirono, e s'inchinarono senza parole; impassibili, piuttostochè ad uomini somiglievoli ad ombre. Il tabellione mentre ripiegava i suoi scartafacci si sentiva proprio morire non isciogliendo il freno alla garrulità, vizio che aveva comune a tutti i suoi confratelli in protocollo.
      - Per bacco!, proruppe il Notaro, io so che vostra Eccellenza non ama osservazioni, epperò mi sono affrettato a servirla di coppa e di coltello: tutta volta però mi pareva, che vostra Eccellenza non fosse in termini dirimpetto alla età per devenire a questo atto, et voluntas hominis ambulatoria est usque ad mortem; sicchè in tanto si raggiunge meglio lo scopo della testamentifazione, in quanto più si aspetta a farlo. Simili disposizioni patiscono della natura dei meloni, che stando molto colti senza mangiarli infracidano.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Roma Conte Cènci Roma Eccellenza Notaro Conte Sere Notaro Eccellenza Eccellenza