Tanto varrebbe, che Sua Santità scomunicasse un moribondo perchè manda lo sguardo estremo alla luce che fugge. E tu, Beatrice, quale strana fantasia ti prese di mettere una rosa appassita nei tuoi capelli? Temi per avventura il paragone delle tue guance con le foglie della rosa fresca? - Cessa dalla paura, donzella; - tu puoi provocare siffatto genere di confronti, perchè sei nata a vincerli tutti. -
La fanciulla gli dardeggiò uno sguardo a guisa di saetta; egli lo ricevè stringendo gli occhi, e facendo sfavillare le pupille. Don Onofrio Santa Croce rispose:
- Noi siamo venuti, Conte, come parenti ed amici a prendere parte delle contentezze vostre; e bene mi auguro, che le abbiano ad essere grandissime; imperciocchè io non vi conobbi mai di umore sì gaio, da pretendere di emulare il buon vecchio di Teo. -
- Ed io ebbi torto a non procurarmi cotesto umore, Principe; e quello ch'è peggio, io me ne sono accorto tardi. La Parca, - voi lo sapete - o piuttosto non lo sapete - perchè voi altri eminentissimi Cardinali tenete queste storie in conto di eresie. Eminentissimi, rispettate i vinti; gli esuli ritornano, e la fortuna non ha inchiodato l'asse della ruota: anche Giove fu Dio, e conosce la via che conduce in paradiso. In trono o fuori, Dii e Principi sono cosa sacra; e non appartiene a Dii e a Principi insegnarne il disprezzo alle moltitudini. Assai queste lo imparano da se! E poi non v'incollerite mai contro chi crede troppo... prendetevela con chi crede poco; - perseguitate chi crede punto: - anzi io non arrivo a capire come mai vi siate legate le mani, restringendo a tre le persone delle quali va composto il vostro Dio - e mio; - dovevate instituire un palio fra chi credeva di più, e premio un milione di anni d'indulgenze per colui che giungeva primo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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