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- Ma dove era io rimasto? - Attendete... alla Parca. Ora dunque la Parca ci fila giorni di lana nera, mescolati con altri pochi di colore di oro; il senno umano sta nel separarli: piangiamo nei tristi, esultiamo nei lieti, altrimenti convertiremo la vita in uno eterno ufficio da morti. Omnia tempus habent... e sebbene io non ammetta, col sapientissimo re Salomone, che possa esservi anche il tempo di uccidere, mi unisco al suo avviso quando dichiara tutte cose vanitas vanitatum, se togliete forse un bicchiere d'acqua pura quando siete assetati... a patto però che non sia della tofana, che fabbricano a Perugia, o dell'altra di cui sapeva il segreto il sommo pontefice Alessandro VI di santissima memoria.
Monsignor Tesoriere osservò maligno:
- Questa vostra giocondità - forse soverchia - è solita a manifestarsi così intemperantemente dalle persone che ella visita di rado: essa ritiene del febbrile; e in ciò tanto più mi confermo quando penso, che la morte contristava non ha guari la vostra casa.
- Ah! Monsignore, che cosa mi rammentate voi? Noi non ci possiamo lasciar cadere qualche memoria per terra, senza che un amico, importunamente pietoso, ve la raccolga e ve la restituisca dicendo: "Badate, v'è caduta un'amara rimembranza dal cuore; rimettetela al suo posto". E poi a veruno è lecito maravigliarsi di ciò, meno che a Monsignore, il quale nelle cose divine è quella cima di uomo che noi tutti sappiamo. Infatti non ho io imitato re David? Voi vedete, che io tolgo i miei esempi da buona famiglia; come lui, morto il figliuolo, ho esclamato "Digiunai, e piansi finchè visse" pensando: forse chi sa non me lo renda il Signore!
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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