- Parvi egli tempo adesso di far cessare la nostra ansietà? Su, via, Conte Francesco, manifestateci il motivo della vostra allegrezza!
- Venne il tempo - disse il Conte con voce solenne; poi, composto il volto ad austero atteggiamento, proseguì: - Però, miei nobili amici, vi supplico a rispondere innanzi a questa mia domanda: - Se Dio, scongiurato tutte le sere prima di adagiare le mie membra sopra le piume, e tutte le mattine aperti appena gli occhi alla luce - ardentemente, - lungamente per un voto, che sul capezzale lasciava, e sul capezzale io rinveniva: - se Dio, che udiva la mia preghiera raccomandata dai Sacerdoti in mezzo al santo sagrifizio della messa, dai canti delle vergini sacrate, dalle orazioni dei suoi poverelli: - se Dio, dopo avermi disperato di concedermi ascolto, allo improvviso, per un tratto della sua misericordia infinita, i miei desiderii oltre la speranza adempisse, non avrei, dite, ragione di esultarne io? - Se così fosse, com'è certamente, esultate, rallegratevi meco - perchè io sono uomo in tutta la pienezza della parola - felice!...
- Beatrice - figlia mia - sorreggetemi... ho paura....
- Aiutatevi, rispose Beatrice a Lucrezia, come potete... perchè io non posso... la testa mi va in giro, e tutti i convitati mi pare che nuotino nel sangue!
- O Dio! o Dio!, soggiunse la Lucrezia, mi prende il freddo nelle ossa come al venire della febbre quartana. -
- Immagino, nobili amici e parenti, che voi tutti sappiate, e se taluno lo ignora lo apprenda, prosegue il Conte, - nella chiesa di san Tommaso essersi fatti da me costruire sette sepolcri nuovi di marmo prezioso, per lavoro pregiati, - e poi pregai il Signore, che prima di morire mi concedesse la grazia di seppellirvi dentro tutti i miei sette figliuoli; e finalmente votai, che avrei abbruciato palazzo, chiesa, masserizie e arredi sacri come un fuoco di gioia.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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