Perchè ha spinto fuori un grido di terrore, - ella che non teme niente, - il quale risuona di eco in eco nelle stanze più remote dello ampio palazzo?
Marzio, che inosservato era rimasto nella sala, udendo le parole che svelavano più apertamente il disegno infernale di Francesco Cènci, si era accostato pian piano tenendo nelle mani un vaso pesantissimo di argento; e, levate le braccia con quanto aveva di forze, accennò spezzargli il cranio; - e lo facea, perchè il Conte, improvvido, stava come tratto fuori di se a contemplare la divina fanciulla.
Don Francesco, commosso al grido e agli atti di Beatrice, levò involontariamente la faccia al cielo, e gli parve vedere, e vide certo, uno sfolgorìo balenargli su gli occhi.... Ah! fosse il fulmine tanto tardato di Dio? Cotesta idea durò quanto un lampo, ma comprese una eternità di tormento per quell'anima scellerata. Non per questo il fiero vecchio si scosse; e assicurato in breve, volse le torbide pupille dintorno a se e vide Marzio, che impassibile ordinava i vasi sopra la credenza.
- Marzio..... tu qui?
- Eccellenza!
- Tu qui?
- Agli ordini di vostra Eccellenza.
- Vattene.
Il servo inchinavasi; e partendo faceva un segno a Beatrice, quasi volesse significare: "Ah! perchè mai mi avete impedito?"
Ma Beatrice, durando in lei lo impeto di amore, stringe con forza sovrumana il braccio di don Francesco come per istrascinarlo, ed esclama:
- Vieni, sciagurato vecchio - tu non hai un momento da perdere: la morte ti cuopre con le sue ali. Vieni, la bilancia delle tue colpe precipita giù nello inferno.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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