Ella pertanto accorse, come gli altri, richiamata dagli urli e dal chiarore dello incendio intorno alla casa; - e quando la ravvisò, il suo cuore ne sentì maravigliosa esultanza: - quello che dà la colpa, ella pensava, la giustizia ritoglie. -
Ella rimase immobile a contemplare il caso; e se col desiderio non attizzò coteste fiamme, nemmeno - sia lode al vero - ella le spense.
Prima che lo incendio si manifestasse nella sua indomita rabbia alcuni borghesi erano andati in traccia di corde e di scale, e già tornavano provveduti di una scala da paratori, trovata nella prossima parrocchia: l'appuntellarono al muro, e poi voltarono la faccia in su senza muoversi, perchè la copia delle fiamme irrompenti di sotto e di sopra chiariva disperata la impresa.
Ma quando la madre, sbucando fuori dal fuoco, e sorreggendo il pargolo con le braccia tese, gridò: salvatemi il figliuolo! - Oh! allora una persona - una persona sola - sentì sciogliersi il cuore, e questa fu Luisa Cènci. Tacque in lei la donna, e favellò la madre: fattasi di un balzo a piè della scala, così parlò con favella spedita:
- Orsù; breve è il tratto, non difficile la impresa; Romani, chi di voi salisce a salvarli avrà cento ducati d'oro.
E siccome nessuno mostrava muoversi, ella dinuovo:
- Cristiani... animo... via... a cui gli salva duecento ducati....
Nè anche questo premio bastò a scuoterli; chè la paura del pericolo superava la cupidigia. Luisa si trattenne un momento a pensare come non le rimanessero a disporre che altri cento ducati, i quali spesi non ne avanzava pure uno per suoi figliuoli; nè dal suocero forse avrebbe potuto per allora ottenere altro soccorso.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Luisa Cènci Romani
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