Verdiana destatasi allo strepito, incominciò a strillare dalla stanza accanto:
- Reverendo, reverendo. Trista moneta è quella che disturba i sonni, e Dio le mandi il mal giorno, e il male anno: quando eravate più povero riposavate fino a giorno; adesso non dormite, nè lasciate dormire.
Il curato messe il capo sotto le lenzuola, e si turò le orecchia con le coperte per non udire cotesta persecuzione.
La mattina don Cirillo, quando si levò, guardò prima il cielo, e poi sott'occhio Verdiana; quello gli prometteva una buona, questa una trista giornata. Si pose a cantare a mezza voce matutino e le laudi, e prese a darsi grandissimo moto per provocare qualche parola amica; ma e' fu tutto uno: a colezione, così per rompere il ghiaccio, incominciò a domandare con disinvoltura il prezzo ora di questa, ora di quell'altra cosa, e poi bravamente, con un tratto da disgradarne ogni più arguto diplomatico, allo improvviso osservò, come per tanta roba centocinquanta ducati gli paressero pochi. Verdiana, colta alla sprovvista sul tasto delle biancherie, per le quali ogni buona massaia sente tanta passione, dimenticata la origine degli scudi, si pose a fare i conti con don Cirillo. - Questi, sebbene fosse non mediocremente istruito, pure di conti non sapeva nulla; onde la somma non tornava mai. Verdiana annoverava toccandosi i labbri con le dita, ma anch'ella in abbaco andava poco innanzi. Allora il curato divisò prendere i ducati, e separarli in tanti mucchii quante erano le cose da provvedere, giudicando ad occhio: propose, insomma, lo scacchiere(72).
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Dio Cirillo Verdiana Cirillo
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