Pagina (217/814)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      - Dio me lo ha dato, sospirò don Cirillo, Dio me lo ha tolto; sia fatta la volontà di Dio: pel peccato che ho commesso, la tua mano, o Signore, mi punisce soavemente.
      Appena il buon curato aveva posto fine a coteste parole, come se la Giustizia divina soddisfatta volesse aprirgli di nuovo la fonte delle misericordie, ecco rimbombare dintorno per le valli e pei colli il raglio glorioso e trionfale, che pareva - o voluttà celeste! - ed era certo di Marco; e appena ebbero tempo di dirselo, che Marco, incoronato di verdi fronde la testa, scavalca secondo l'usato costume la siepe, e come saetta volante corre verso il padrone. O come incoronato? domanda il lettore, e aggiunge: queste le sono bizzarrie di romanziere. Sì signore, incoronato; e il come vi sarà detto poi. Intanto compiacetevi, signor lettore, meco di contemplare Marco incoronato; non dico di alloro perchè, voi lo sapete, di questo
     
      .......rado se ne cogliePer coronare o Cesare o Poeta,
      Colpa, e vergogna delle umane voglie(76);
     
      ma di varia maniera fronde corbezzolo, e quercia; e la quercia era pure nobile corona da stare a petto con l'alloro, imperciocchè nell'antica Roma si destinasse a colui che salvava in battaglia la vita a un cittadino romano, e si chiamasse civica. A questo pensa, lettore, e riponti in mente, che là dove si onora la virtù vera, supremo ufficio civico è salvare un cittadino in battaglia, e non tradirlo in pace. - Marco pertanto apparve con la corona civica, ed era un Asino.
     
      Gli abbracciamenti, i baci, e i colpi lieti(77),


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





Cirillo Dio Dio Giustizia Marco Marco Marco Cesare Poeta Roma Asino