- Dio me lo ha dato, sospirò don Cirillo, Dio me lo ha tolto; sia fatta la volontà di Dio: pel peccato che ho commesso, la tua mano, o Signore, mi punisce soavemente.
Appena il buon curato aveva posto fine a coteste parole, come se la Giustizia divina soddisfatta volesse aprirgli di nuovo la fonte delle misericordie, ecco rimbombare dintorno per le valli e pei colli il raglio glorioso e trionfale, che pareva - o voluttà celeste! - ed era certo di Marco; e appena ebbero tempo di dirselo, che Marco, incoronato di verdi fronde la testa, scavalca secondo l'usato costume la siepe, e come saetta volante corre verso il padrone. O come incoronato? domanda il lettore, e aggiunge: queste le sono bizzarrie di romanziere. Sì signore, incoronato; e il come vi sarà detto poi. Intanto compiacetevi, signor lettore, meco di contemplare Marco incoronato; non dico di alloro perchè, voi lo sapete, di questo
.......rado se ne cogliePer coronare o Cesare o Poeta,
Colpa, e vergogna delle umane voglie(76);
ma di varia maniera fronde corbezzolo, e quercia; e la quercia era pure nobile corona da stare a petto con l'alloro, imperciocchè nell'antica Roma si destinasse a colui che salvava in battaglia la vita a un cittadino romano, e si chiamasse civica. A questo pensa, lettore, e riponti in mente, che là dove si onora la virtù vera, supremo ufficio civico è salvare un cittadino in battaglia, e non tradirlo in pace. - Marco pertanto apparve con la corona civica, ed era un Asino.
Gli abbracciamenti, i baci, e i colpi lieti(77),
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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