.. e to' questo papetto per bere". Il portiere andò difilato, e i compagni s'introdussero presto presto nel cortile, ingegnandosi di nascondersi dietro le colonne del porticato. La ragazza scese di volo, cantando come una rondinella: in meno che si dice ave Maria la incamuffammo, e mettemmo in carrozza al Duca, il quale l'accolse a braccia aperte. Ordinai muovessero i cavalli, e noi scortavamo dietro: procedevamo di passo per non destare sospetto, e non incontriamo anima vivente. Ogni cosa va d'incanto, mi disse sottovoce un compagno; a me, pratico di simili negozii, pareva troppo bene, e non m'ingannava; perchè sul punto di sboccare dalla contrada eccoci venire incontro la Corte rinforzata. Sbigottirono gli altri, io - niente paura: - gira cocchiere, grido, e per questa volta corri alla disperata. Dannazione! Un nugolo di sbirri ci piove addosso anche da quest'altra parte. "Giovanotti, mastro Alessandro ha teso il paretaio e se non volete essere arrostiti bisogna rompere le reti; mano a' ferri". Detto fatto; e il Duca stesso scese di carrozza traendo bravamente la spada. Non lo stimava da tanto... O andate, via, a fidarvi delle acque quiete! - Ma gli sbirri non aspettarono che noi ci accostassimo per fare loro i nostri convenevoli, e ci pagarono uno acconto di archibugiate. Chi cadde, e chi rimase in piedi? Davvero io non poteva pensare agli altri, ed il buio era fitto. La beghina, trattasi il bavagliolo dalla bocca, si spenzolava fuori dello sportello della carrozza strillando: misericordia! come se avessimo voluto levarle la vita.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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Maria Duca Corte Alessandro Duca
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