Però le raccomandazioni, che il Duca aveva in Corte potentissime, e soprattutto la moneta largamente spesa tra i famigliari del palazzo, disposero il Pontefice a considerare la gioventù del Duca, la sua vita fino a quel punto incolpevole, la causa che lo spinse a mal fare prava sì non esecranda, e il non consumato delitto; per cui ebbe commutata la pena. Quale siffatta commutazione si fosse, io trovo, non senza sorpresa, nei Consigli di Prospero Farinaccio, che lo difese. - Fu inviato ad Avignone - governatore pel Papa!
Siccome le cose strane difficilmente si acquistano fede dove non vengano manifeste le cause che le rendono ordinarie, e naturali, così i ricordi dei tempi raccontano come Papa Clemente fosse condotto ad abbracciare simile partito dalla solenne avarizia che lo dominava, imperciocchè non assegnò stipendio di sorta alcuna al Duca; anzi lo aggravò di tante spese oltre a quella di sostenere la carica con la splendidezza conveniente a gentiluomo romano, che tra per queste e tra il danaro impiegato per liberarlo dalla condanna, la nobilissima casa D'Altemps ne sentì scapito tale, che indi in poi non si è più mai riavuta.
CAPITOLO XIV.
MONSIGNORE GUIDO GUERRA.
......... Quello amicoNon chiama. Invoca un Dio, che l'abbandona
E la condanna a disperarsi. È desta,
E delira.
ANFOSSI, Beatrice Cènci.
Pallida, pallida, bianco vestita con una lampada nelle mani, Beatrice rassembra una vestale compagna di Eloisa, che muova per la notte sotto le volte del Paracleto a piangere sul sepolcro dell'amica defunta; - ella rade la terra con passi presti e fugaci come quelli della felicità nelle dimore dei figliuoli di Adamo.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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