Oh! per pietà volgiamo altrove lo sguardo; imperciocchè chi, senza fremito, potrebbe vedere la fronte dilicata e le guance solcate da profonde graffiature, e gli occhi divini gonfi di nere ecchimosi, e dal naso ammaccato scendere su i cari labbri un rivo di sangue, e miste col sangue insinuarlesi in bocca le lacrime? La rovesciò sul terreno, la strascinò per le chiome, e di tratto in tratto si riposava da quello strazio per cominciarne un altro - per conculcarla, ed essa sempre tacque; solo una volta le uscì dal profondo del petto una parola, e fu questa:
- È fatale!
- Sgombrate tutti di qua - ordinava il Conte ai famigli; - tu, Marzio, rimanti... Senti! aveva divisato darti in custodia costei, in prova della fede che in te ripongo... ma sarà meglio la guardi io stesso, onde ella non ti affascini... Tu va su nel mio studio; nel banco, nella prima cantera a mano destra, troverai un mazzo di chiavi; prendile, e portamele... Affrettati... va... e non se' tornato ancora?
Marzio, costretto a rimanere spettatore dolente dello iniquo caso, andò, e tornò in un baleno con le chiavi: egli rialza la donzella, e, interponendosi fra lei e il padre, finge spingerla aspramente davanti a se dentro i sotterranei.
Aveva Marzio lasciato di alcuno spazio lontano Francesco Cènci, quando un doloroso guaìto gli giunse agli orecchi, che lamentava:
- Morire così... senza pane, e senza sacramenti. Ah Conte traditore!...
Marzio conobbe come altri misteri di delitto rinchiudessero cotesti sotterranei oltre quelli che contemplava, e drizzò il volto dalla parte donde veniva la voce; ma Francesco Cènci sopraggiunge ansante in quel momento, e lancia contro il servo temuto uno sguardo pieno di bile e di sangue; - sprillo di veleno uguale a quello che getta il rospo inacerbito.
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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa 1854
pagine 814 |
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