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      .. aiutatevi... venite qua... udite... lo scellerato vecchio... il Conte Cènci, adesso dorme... volete voi che non si svegli più?
      - Che parlate, Marzio? Io non ho compreso bene... qui nel capo ho come una nebbia...
      - Colui, che vi generò per tormentarvi - quegli, che si dice vostro padre... quegli, che vivendo vi farà morire... volete voi che muoia... stanotte... fra cinque minuti? - La sua vita sta nel taglio del mio coltello.
      - No, no - proruppe Beatrice, recuperando di subito la pienezza del suo intelletto - Marzio... guardatevene, per lo amore di Dio... io vi odierei... io vi accuserei. Viva, e si penta... egli si pentirà un giorno - forse.
      - Pentirsi! Si sono mai veduti lupi a confessione? Io ve l'ho detto; egli vivrà, e voi morrete.
      - Che importa? Non aveva forse io tentato morire? Quanto è grande dolore tornare a vivere! Marzio... mio fedele, - io non ho più lena... io vorrei dissetarmi nella morte. Hai tu mai sentito raccontare dei nostri antichi, i quali si tenevano attorno qualche amico o servo sviscerato, onde se la necessità imponesse uscire da questo mondo, con pietosa ferita gli uccidessero? Marzio, - io non chiedo tanto da te... portami solo un sugo di erba che abbia virtù di chiudere gli occhi ad una pace, che non ho mai goduto in vita.
      - No, per l'anima santa di Anna Riparella; se io basto, vivrete. Sciagurata fanciulla! non vi lasciate cogliere dalla disperazione. In breve tornerò da voi; adesso mi è forza andare dal vostro orribile genitore... s'egli si svegliasse e noi sorprendesse, non vi sarebbe più luogo a scampo.


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Beatrice Cènci
Storia del secolo XVI
di Francesco Domenico Guerrazzi
Tipografia Vannucchi Pisa
1854 pagine 814

   





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